Investendo gettiamo un ponte tra presente e futuro. È un’attività che ci accompagna fin dall’antichità; nelle società rurali tradizionali avveniva conservando le sementi nei granai per la primavera successiva, mentre le classi più abbienti “facevano tesoro” di metalli preziosi, acquistavano terreni e svolgevano attività commerciali. Oggi è diventata un’attività estremamente popolare e variegata, alla portata di tutti (o quasi) e infinitamente più complessa, sia per il ventaglio di strumenti disponibili, sia per le modalità con cui si può accedere a questi strumenti. Di base rimane invariato un fatto: per poter investire bisogna avere innan- zitutto da parte un patrimonio, o almeno disporre di un reddito superiore alle esigenze di spesa quotidiana, da cui trarre delle risorse da accantonare periodicamente. In questo primo capitolo ci occuperemo di questi aspetti di base: come farsi i conti in tasca e soppesare le proprie ricchezze, quanti soldi è possibile rispar- miare ogni anno sulla base di questi conti e quanto sarebbe ideale mettere via a seconda delle proprie finalità. È infatti importante che sia chiara quale sia la motivazione che spinge a fare un investimento; motivo che può variare nelle diverse fasi della vita, per via delle mutevoli esigenze di finanziamento. Decidere di investire ci obbliga a riflettere sul trascorrere del tempo, costringendoci a pensare al futuro. In particolare, si entrerà nel dettaglio della definizione di “tempo”, sottolineando quanto è importante adottare un certo rigore nella scelta dei propri obiettivi temporali.
Obiettivi e tempistiche
Se state consultando questo libro, molto probabilmente è perché non siete privi di risorse finanziarie. Tuttavia, siete certi di conoscere esattamente a quanto ammontano? E di sapere quanto di queste risorse è effettivamente disponibile per i vostri investimenti? A grandi linee, quello di cui disponete è suddiviso in due categorie: il patri- monio e il reddito.
• Patrimonio. Il patrimonio comprende tutto ciò che c’è sul conto corrente, eventuali investimenti in titoli finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, fondi ecc.), e investimenti in attività diverse dai titoli, come gli immobili (case, terreni ecc.). Ivi compreso la prima casa che, però, in prima battuta, pone già di per sé dei problemi. Da un lato la casa in cui si abita è, per un italiano medio, una fetta molto grande e assai rilevante del suo patrimonio. Dall’altro non è un bene di facile utilizzo dal punto di vista finanziario. Di norma non può essere messa a reddito (affittata), salvo che in rari casi, quando si affitta una stanza a qualcuno o il box auto o la cantina a un vicino. E in genere non è un bene che viene venduto, appunto perché è utilizzato. Quindi fa parte del patrimonio, ma non è un bene “disponibile”, se non in particolari casi (per esempio se è necessario venderla per coprire i costi derivanti da un’emergenza grave, per poi andare in affitto altrove). Altra particolarità della casa è che, spesso, anche se non sempre, è un bene su cui grava anche un debito, il mutuo. Per cui il suo peso (al netto del debito) all’interno del patrimonio tende ad aumentare con il tempo, fino a corrispondere al pieno valore dell’immobile solo una volta che il mutuo è stato rimborsato completamente.
• Reddito. Il concetto di “disponibilità” diviene ancora più stringente nel caso del reddito. Di norma quanto si guadagna (stipendio, affitti, cedole da titoli di stato ecc.) serve a finanziare spese quotidiane, da quelle necessarie (cibo, utenze della casa ecc.) a quelle non necessarie (cinema, vacanze ecc.). Quello che avanza dopo queste spese è il reddito disponibile. Ovviamente cambia a seconda dei momenti della vita; se si è giovani, si vive ancora in famiglia con i genitori e già si lavora, probabilmente il guadagno è ancora limitato, ma il reddito disponibile è una larga fetta dello stipendio o degli incassi da libero professionista. Se siete adulti di mezza età con figli, probabilmente siete nel momento della vita in cui guadagnate di più, ma con delle spese fisse assai elevate (mantenimento della famiglia, educazione ecc.) e il reddito disponibile può paradossalmente essere azzerato. Viceversa, se siete sulla soglia della pensione, avendo già sistemato i figli, disporrete di una fetta di reddito molto alta, sia in termini percentuali sia in valore assoluto.
È evidente che le disponibilità sono diversissime a seconda delle situazioni in cui ci si trova. E questo a sua volta rende ancora più evidente come sia fondamentale, prima di ogni scelta, fare un accurato calcolo di quello che si possiede. In modo da capire il punto di partenza e le risorse a disposizione.
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